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Lenalinomide nel trattamento delle sindromi mielodisplastiche ed anemia sintomatica


Giovedì 28 Aprile 2005

E’ stata valutata la sicurezza e l’attività ematologica della Lenalinomide ( Revlimid ), un analogo della Talidomide, nei pazienti con sindromi mielodisplastiche ed anemia sintomatica.

Un totale di 43 pazienti con anemia sintomatica o necessitanti trasfusioni, è stato trattato con Lenalidomide ai dosaggi di 25 o 10 mg/die oppure di 10 mg/die per 21 giorni di un ciclo di 28 giorni.

Tutti i pazienti non avevano risposto all’Eritropoietina ricombinante o avevano alti livelli endogeni di eritropoietina.

La risposta al trattamento con Lenalidomide è stata valutata dopo 16 settimane.

La neutropenia e la trombocitopenia sono state le più comuni reazioni avverse con un’incidenza del 65% e del 74%, rispettivamente.

Il 58% ( n = 25 ) dei pazienti ha dovuto interrompere il trattamento o ridurre il dosaggio del farmaco.

Il 56% ( n = 24 ) ha presentato una risposta terapeutica: 20 hanno mantenuto l’indipendenza dalla trasfusione, 1 ha aumentato i livelli di emoglobina ( > 2 g/dl ), e 3 hanno ridotto del 50% la necessità di trasfusione.

La percentuale di risposta è stata più alta tra i pazienti con una delezione interstiziale clonale a livello del cromosoma 5q31.1 ( 83% versus 57% tra quelli con normale cariotipo e 12% tra quelli con altre anormalità del cariotipo ) e nei pazienti con un più basso rischio prognostico.

Dei 20 pazienti con alterazioni del cariotipo, 11 hanno avuto una riduzione di almeno il 50% delle cellule anomale in metafase, tra cui 10 con una completa remissione citogenetica.

Questo studio ha dimostrato che la Lenalidomide esercita attività ematologica solo nei pazienti con sindromi mielodisplastiche a basso rischio, che non rispondono all’Eritropoietina o che difficilmente potrebbero beneficiare della terapia convenzionale. ( Xagena )

Fonte: N Engl J Med Ematologia.net

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