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L’aggiunta di un inibitore COX-2 all’Aspirina aumenta il rischio di coaguli ematici


Martedì 5 Aprile 2005

Studi clinici hanno fornito nuove evidenze sul rischio cardiovascolare degli inibitori COX-2.

In uno studio clinico i Ricercatori hanno osservato che l’Aspirina ( Acido Acetil-Salicilico ) a basso dosaggio in un modello animale di aterosclerosi rallenta lo sviluppo dell’aterosclerosi, ma solo se il processo è in fase iniziale.

L’aggiunta di un inibitore COX-2 non aumenta gli effetti benefici dell’Aspirina, bensì può destabilizzare la placca aterosclerotica, facilitando la rottura ed attivando il sistema di coagulazione con possibile sviluppo di infarto miocardico e di ictus.

In un editoriale sono stati presentati i risultati del trattamento combinato di due inibitori COX-2, Dynastat / Bextra.

Dynastat ( Paracoxib ) è un profarmaco, che viene somministrato per via endovenosa, ed è convertito nell’organismo entro pochi minuti in Valdecoxib.

Nel primo studio, un totale di circa 400 pazienti sottoposti a bypass coronarico sono stati trattati con 40 mg di Dynastat seguiti da 40 mg di Bextra ( Valdecoxib ) per 14 giorni.
Nel secondo studio, di più ampie dimensioni, il dosaggio di Bextra è stato ridotto a 20 mg per 10 giorni di trattamento.
Nonostante la riduzione del dosaggio e la minore durata della terapia, gli effetti indesiderati a livello cardiovascolare erano ancora presenti.

I dati di questi studi forniscono prove che il rischio cardiovascolare è un effetto di classe degli inibitori COX-2.

Questo dovrebbe indurre ad un impiego più prudente degli antinfiammatori ad inibizione selettiva per COX-2, specialmente nei pazienti a rischio cardiovascolare.

Curt Furberg della Wake Forest University – School of Medicine, ha sottolineato che rimangono anche da definire le modalità per un corretto impiego di questi farmaci nei pazienti a basso rischio cardiovascolare. ( Xagena )

Fonte: Circulation

CardiologiaOnline.net

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