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L’infezione da HCV non aumenta il rischio di morte o di malattia opportunista AIDS-correlata


Martedì 6 Giugno 2006 - E’ stato studiato l’effetto del virus dell’epatite C ( HCV ) sulla progressione della malattia da HIV e sui cambiamenti precoci nella conta delle cellule CD4 e del carico virale del virus HIV dopo trattamento con HAART.

I dati sono stati ottenuti da un progetto di revisione delle cartelle mediche condotto in più di 100 centri clinici degli Stati Uniti, dal 1998 al 2004.

Sono stati analizzati i dati di 10.481 pazienti infettati da HIV ( human immunodeficiency virus ) che hanno ricevuto terapia antiretrovirale ( ART ).
Questi soggetti sono stati seguiti in media per 1.9 anni, il 19% di questi era stato infettato dal virus dell’epatite C.

L’infezione da HCV non è risultata associata a progressione a malattia opportunista AIDS-correlata o a morte, dopo aver controllato per i più importanti fattori confondenti.

Fattori che sono risultati confondenti il rischio sia di morte che di diagnosi di malattia opportunista correlata all’AIDS sono risultati: alcolismo, epatite farmaco-indotta, tipo di terapia antiretrovirale prescritta.
L’infezione acuta e cronica da virus dell’epatite B era fattore confondente solo riguardo alla diagnosi di malattia opportunista AIDS-correlata.

Durante i 12 mesi, dopo aver iniziato la terapia HAART, gli aumenti proporzionali nella conta delle cellule CD4 non sono risultati differenti tra i soggetti infettati con HCV ed in quelli non-infettati.
Inoltre, non è stata osservata alcuna differenza riguardo a cambiamenti nel breve periodo della carica virale.

Secondo gli Autori, l’infezione da virus HCV non ha aumentato il rischio di morte o di malattia opportunista correlata all’AIDS e non ha influenzato la risposta immunologica o virologica precoce al trattamento iniziale con HAART. ( Xagena )

Fonte: AIDS 


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