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L’Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ), assunta al momento di andare a letto, anziché alla mattina, produce un modesto miglioramento dell’effetto antipiastrinico, ma non abbassa la pressione sanguigna.
La reattività piastrinica raggiunge il picco durante la mattina, così come il picco di rischio di infarto miocardiaco. Pertanto anche un piccolo impatto su uno dei fattori alla base degli eventi cardiovascolari potrebbe rivelarsi utile.

Le curve di pressione sanguigna al monitoraggio ambulatoriale di 24 ore, non hanno mostrato nessuna differenza tra i pazienti ipertesi ( valori medi: 127.1 versus 127.2 mmHg; p=0.90 ).

Alla mattina, i punteggi di reattività piastrinica nel gruppo che aveva assunto l’Aspirina alla sera, sono risultati ridotti ( differenza: -22 unità di reazione all’Aspirina [ ARU ] ), corrispondente a una differenza del 5% rispetto all’assunzione mattutina ( p=0.001 ).

Allo studio hanno preso parte 290 pazienti con livelli pressori di 140-160 mmHg, che stavano già assumendo da lungo periodo l’Aspirina a basso dosaggio.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale ad assumere, in aperto, 100 mg di Aspirina al risveglio o al momento di coricarsi per 3 mesi, per poi passare ad altro gruppo ( cross-over ) per altri 3 mesi.

I pazienti non dovevano assumere altri farmaci antipiastrinici e dovevano essere in trattamento antipertensivo.

La reattività piastrinica media era misurata con il test VerifyNow Aspirin.

Tra i pazienti che assumevano l’Aspirina al risveglio la reattività piastrinica media è stata pari a 456 ARU, contro i 434 ARU in quelli assegnati alla assunzione della Aspirina prima di coricarsi.

Nessuna differenza significativa della pressione sanguigna sistolica e diastolica è stata riscontrata sia nel periodo diurno sia in quello notturno.

C’è la necessità di ulteriori studi per valutare l'effetto di questo intervento sull’eccesso di eventi cardiovascolari durante le ore del mattino. ( Xagena )

Fonte: Hypertension, 2015

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