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La Memantina nella demenza


Mercoledì 26 Gennaio 2005

Esiste evidenza di un ruolo dell’attività eccitatoria del L-glutammato nella patogenesi della malattia di Alzheimer.

Un antagonista a bassa affinità dei recettori NMDA ( N–Metil–D–Aspartato ), come la Memantina ( Axura / Ebixa / Namenda ), può prevenire la neurotossicità dell’aminoacido eccitatorio senza interferire con le azioni fisiologiche del glutammato richieste per la memoria e l’apprendimento.

Il Cochrane Dementia and Cognitive Improvement Group ha compiuto una revisione degli studi riguardo alla Memantina.

La Memantina ha un positivo effetto sullo stato cognitivo, sull’umore e sul comportamento, e sulla capacità ad eseguire le attività giornaliere nei pazienti con malattia di Alzheimer, da moderata a grave.

I dati nei pazienti con demenza vascolare, lieve-moderata, indicano un effetto benefico della Memantina al dosaggio di 20 mg/die sulla funzione cognitiva misurata alla 28^ settimana.

Secondo i revisori della Cochrane, la Memantina 20 mg/die è in grado di produrre una riduzione significativa del deterioramento nell’arco di 28 settimane nei pazienti con malattia di Alzheimer, moderata – grave.

L’effetto della Memantina nei pazienti con malattia di Alzheimer, lieve-moderata non è noto.

I pazienti con forma lieve-moderata di demenza vascolare, che hanno ricevuto la Memantina 20 mg/die, hanno presentato un minor deterioramento cognitivo a 28 settimane, ma gli effetti clinici non sono risultati così evidenti.

Il farmaco è risultato ben tollerato e l’incidenza di effetti indesiderati è stata bassa. ( Xagena )

Fonte: Cochrane Database Syst Rev

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