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Trombocitopenia immune cronica: studi di estensione riguardanti Nplate e Revolade


Sia Romiplostim ( Nplate ) che Eltrombopag ( USA: Promacta; in Europa: Revolade ) sono farmaci che hanno come bersaglio il recettore della trombopoietina e sono stati approvati nel 2008 per il trattamento della trombocitopenia immune.
Romiplostim è somministrato per via sottocutanea una volta alla settimana, mentre Eltrombopag viene assunto quotidianamente per bocca.

Lo studio di estensione con Romiplostim ha coinvolto 292 pazienti. L'obiettivo primario dello studio era quello di valutare la sicurezza a lungo termine di Romiplostim, ma è stata anche analizzata la risposta al farmaco e l'impiego di farmaci concomitanti per la trombocitopenia immune cronica.

E’ stato trovato che:

• il 98% dei pazienti ha riportato almeno un evento avverso, ma solo nel 35% die casi l’evento era correlato al trattamento e solo l'8% ha manifestato un evento grave farmaco-correlato;

• sono stati registrati 16 eventi fatali, di cui 2 correlati al farmaco ( causati da infarto miocardico e angina instabile );

• ci sono stati 25 eventi tromboembolici, di cui 7 erano ritenuti correlati al farmaco in studio;

• tra i pazienti che stavano assumendo al basale farmaci concomitanti per la trombocitopenia immune cronica, l’81% è stato in grado di interrompere o ridurre la dose di oltre il 25%.

Dei 292 pazienti arruolati, 91 hanno interrotto lo studio. In questo conteggio sono comprese 15 morti e 25 revoche di consenso; inoltre, 11 pazienti hanno sospeso il trattamento a causa di eventi avversi, e altre 11 si sono ritirati per provare terapie alternative.

Lo studio EXTEND, che ha riguardato Eltrombopag, ha incluso 299 pazienti che avevano preso parte a un precedente studio nel braccio farmaco o in quello placebo.
L'obiettivo primario era quello di analizzare l'efficacia a lungo termine e la sicurezza del farmaco.
Il 41% dei pazienti si è ritirato, soprattutto a causa di eventi avversi ( 11% ), scelta del paziente ( 11% ), e di mancanza di efficacia ( 10% ).

E’ stato trovato che:

• l’88% dei pazienti ha raggiunto una conta piastrinica di almeno 50.000 per microlitro di plasma;

• la conta piastrinica ha registrato un forte aumento nelle prime 2 settimane di trattamento per poi stabilizzarsi dopo 4 settimane;
• entro 4 settimane, il punteggio di sanguinamento è diminuito del 50%;

• il 37% dei pazienti ha interrotto almeno un farmaco impiegato in modo concomitante;

• sono stati riscontrati 21 eventi tromboembolici in 16 pazienti, in modo simile a quanto visto nei pazienti non-trattati;
• non c’è stata alcuna indicazione di mielofibrosi in relazione alla dose o alla durata della terapia;

• il 10% dei pazienti ha incontrato almeno uno dei criteri per il danno epatico farmaco-indotto, ma i sintomi sono stati lievi e reversibili. ( Xagena Medicina )

Fonte: American Society of Hematology, 2010

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