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Le statine, i beta-bloccanti, l’Aspirina e gli Ace-inibitori associati ad una riduzione della mortalità nei pazienti con malattia arteriosa periferica


Mercoledì 5 Aprile 2006 - Ricercatori dell’Erasmus Medical Center di Rottedam in Olanda hanno valutato l’effetto dei farmaci cardiovascolari sulla mortalità nel lungo periodo nei pazienti con malattia arteriosa periferica.

La malattia arteriosa periferica è associata ad aumentata morbidità e mortalità cardiovascolare.
Le linee guida di trattamento raccomandano una gestione aggressiva dei fattori di rischio e cambiamenti dello stile di vita.
Non sono, tuttavia, ben definiti i potenziali benefici dei farmaci cardiovascolari nei pazienti con malattia arteriosa periferica.

Lo studio di coorte , prospettico, osservazionale, ha coinvolto 2420 pazienti consecutivi di età media 64 anni ( per il 72% maschi ) affetti da malattia arteriosa periferica ( indice caviglia-brachiale inferiore o uguale a 0.9 ).

Il 18% dei pazienti soffriva anche di diabete mellito, il 24% presentava ipercolesterolemia, il 35% era fumatore, il 48% soffriva di ipertensione, il 44% di malattia coronarica ed il 9% presentava una storia di insufficienza cardiaca.

L’indice medio caviglia-brachiale era 0.58.

Nel corso di un follow-up medio di 8 anni, il 44% dei pazienti è deceduto .

Dopo aggiustamnento per fattori di rischio, alcune classi di farmaci sono risultate associate ad un ridotto rischio di mortalità nel lungo periodo nei pazienti con malattia arteriosa periferica: statine, hazard ratio ( HR ) = 0.46; beta-bloccanti, HR = 0.68; Aspirina, HR = 0.72; Ace-inibitori, HR = 0.80. ( Xagena )

Fonte: J Am Coll Cardiol

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