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Tumore alla mammella, l’Aspirina protegge solo contro i tumori ER-positivi


L’impiego dell’Aspirina e di altri farmaci antinfiammatori ( FANS ) è stato associato ad un ridotto rischio di tumore alla mammella, ma permangono dei dubbi sulla frequenza nell’uso di questi farmaci e sullo stato dei recettori ormonali.

Uno studio, coordinato da Alfred I Neugut della Columbia University di New York, ha valutato l’associazione tra la frequenza e la durata dell’impiego dell’Aspirina e di altri FANS , ed il rischio di carcinoma mammario.

Lo studio , caso-controllo, è stato condotto su 1442 donne colpite da tumore alla mammella.

Rispetto alle donne che non facevano uso di Aspirina, quelle che utilizzavano il farmaco almeno una volta a settimana per 6 mesi o più, avevano una probabilità ridotta del 20% di essere colpiti da cancro al seno.

La maggiore riduzione del rischio è stata osservata tra le persone che assumevano 7 o più compresse di Aspirina alla settimana ( - 28% ).

Anche l’Ibuprofene, un altro FANS, ha dimostrato di avere un effetto protettivo nei confronti del tumore alla mammella, ma i benefici sono risultati inferiori a quelli dell’Aspirina.

Il Paracetamolo, che non inibisce la sintesi delle prostaglandine, non ha invece alcun effetto sul rischio di carcinoma mammario.

La riduzione del rischio mediante l’impiego dell’Aspirina è stata osservata tra le donne con tumori ER-positivi ( recettori ormonali positivi ) , ma non nelle donne con tumori ER-negaivi.

L’Aspirina ed i FANS, in generale, eserciterebbero l’effetto chemiopreventivo nei confronti del tumore alla mammella mediante inibizione della biosintesi degli estrogeni.


Fonte: The Journal of the American Medical Association, 2004


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