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Gravidanza: i supplementi di olio di pesce non aumentano l’attività cerebrale del bambino e non prevengono la depressione post-parto della madre


L'assunzione di integratori di olio di pesce durante la gravidanza non influenza lo sviluppo cerebrale del bambino e non previene la depressione post-parto della madre.
Queste le conclusioni dello studio DOMInO ( DHA to Optimize Mother Infant Outcome ).

Complessivamente i punteggi cognitivi sono risultati quasi identici e i punteggi del linguaggio tendevano ad essere più bassi nei bambini esposti a olio di pesce ricco di Acido Docosaesaenoico ( DHA ) durante la gestazione rispetto ai controlli.

Per quanto riguarda le madri, non vi è stata alcuna differenza significativa nella prevalenza di sintomi depressivi nei primi 6 mesi dopo il parto tra le donne che hanno preso le pillole di olio di pesce e quelle che non l’hanno fatto ( 9.67% contro 11.19%, P=0.09 ).

Molte donne incinte hanno assunto integratori per soddisfare le raccomandazioni riguardo all'assunzione giornaliera di 200 mg/die di DHA, un nutriente essenziale per lo sviluppo neurologico.

Sebbene l'evidenza epidemiologica abbia mostrato un più basso rischio di depressione postpartum e migliore sviluppo neurologico con il consumo alimentare di pesce in gravidanza, l'evidenza riguardo ai supplementi a base di olio di pesce è risultata meno chiara.
La discrepanza potrebbe riflettere l’esistenza di confondimenti residuali negli studi osservazionali, o può semplicemente indicare che mangiare pesce è meglio che assumere un supplemento.
Gli acidi grassi polinsaturi Omega-3 del pesce potrebbero essere più bioattivi, oppure il pesce contiene altri nutrienti, come il Selenio, la Vitamina-D, e lo Iodio, con ruoli importanti.

E’ necessario uno studio osservazionale di lungo periodo per scoprire se l’esposizione a DHA durante la gravidanza offre vantaggi extra.

Allo stato attuale delle conoscenze i risultati non sono a sostegno dell'integrazione di routine di DHA nelle donne incinte. Le donne, pertanto, dovrebbero continuare ad assumere la dose giornaliera raccomandata di DHA mediante consumo di pesce.

Nello studio DOMInO è stata impiegata una dose superiore a quella raccomandata ( 800 mg al giorno di DHA con 100 mg di Acido Eicosapentaenoico ).

Lo studio ha riguardato 2.399 donne a singola gravidanza e con gestazione inferiore a 21 settimane.
Le donne sono state randomizzate al trattamento in doppio cieco con capsule contenenti DHA o olio vegetale come placebo fino al momento della nascita.

Riguardo all’endpoint primario materno il rischio di elevati livelli di sintomi depressivi nelle madri si è ridotto, in modo non-significativo, del 15% come indicato da un punteggio superiore a 12 alla scala EPDS ( Edinburgh Postnatal Depression Scale ) a sei mesi dopo il parto ( rischio relativo aggiustato, RR=0.85 ).

Riguardo all'endpoint primario pediatrico, i bambini, le cui madri avevano assunto l'integratore di olio di pesce, non presentavano punteggi alla scala Bayley Scales di Infant Toddler Development a 18 mesi migliori per l’attività cognitiva composita ( differenza media aggiustata 0.01, P=0.99 ) o per il linguaggio composito ( differenza media aggiustata –1.42, P=0.09 ) rispetto ai bambini del gruppo di controllo.

Per gli esiti secondari dello sviluppo, l'esposizione a DHA in utero non ha avuto alcun impatto sullo sviluppo motorio, il comportamento socio-emozionale, o il comportamento adattivo a 18 mesi.

Il DHA sembra influenzare la durata della gestazione, anche se, in linea con studi precedenti.

Lo studio DOMInO ha mostrato il maggiore impatto del DHA agli estremi, con un minor numero di nascite pretermine, molto prima delle 34 settimane di gestazione ( 1.09% versus 2.25% del controllo, rischio relativo aggiustato 0.49, P=0.03 ), ma anche più nascite post-termine che hanno richiesto un intervento ostetrico ( 17.59% versus 13.72% di controllo, RR aggiustato 1.28, p=0.01 ). ( Xagena Medicina )

Fonte: Journal of American Medical Association, 2010

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