Tumore alla mammella avanzato HR+/HER2-: Ribociclib associato alla terapia ormonale aumenta la sopravvivenza libera da progressione
Ribociclib ( Kisqali ) è inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti 4/6 ( CDK 4/6 ) che, in aggiunta alla terapia ormonale nelle donne con tumore al seno avanzato HR+/HER2-, ha dimostrato di migliorare i risultati ottenuti con la sola terapia ormonale e di prolungare la sopravvivenza libera da progressione.
Kisqali ha l'indicazione di prima linea e rappresenta per queste pazienti un nuovo standard di trattamento.
Le nuove opzioni terapeutiche consentono al medico oggi un controllo via via sempre maggiore della fase definita sopravvivenza libera da progressione.
Ribociclib contribuisce a rallentare la progressione del tumore inibendo due enzimi chiamati chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 ( CDK 4/6 ).
Questi enzimi, quando iperattivati, possono consentire alle cellule tumorali di crescere e dividersi molto rapidamente.
Bloccare le CDK 4/6 con maggiore precisione può avere un ruolo nel garantire che le cellule tumorali non continuino a replicarsi in modo incontrollato.
Il vantaggio di questa classe di farmaci è che, utilizzati in prima linea quando si sviluppano metastasi da tumore mammario ormono-sensibile, sono in grado di raddoppiare l’efficacia della terapia ormonale di base, consentendo nella maggior parte delle pazienti un ottimo controllo della malattia senza ricorrere alla chemioterapia.
L’associazione tra Ribociclib e ormonoterapia è infatti più efficace di qualunque chemioterapia disponibile, oltre che meglio tollerata dalle pazienti.
In termini di tempo, con questa linea terapeutica a base di ormonoterapia e Ribociclib è possibile avere una mediana di tempo libero dalla progressione, quindi una mediana di controllo della malattia, di circa 25 mesi.
Ribociclib, in combinazione con un inibitore dell’aromatasi, è indicato come terapia iniziale a base endocrina per il trattamento delle donne in post-menopausa con carcinoma mammario in stadio localmente avanzato o metastatico positivo per il recettore ormonale ( HR ) e negativo per il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano ( HER2 ).
I dati relativi all'Italia indicano che 1 donna su 8 si ammala di tumore alla mammella nel corso della sua vita.
Tra le patologie oncologiche è la più diffusa tra il genere femminile, con circa 50.000 nuovi casi ogni anno in Italia, e con un trend di incidenza in leggera crescita ( +0.3% ). Di questi casi il 30% è destinato a progredire e a evolversi in tumore avanzato.
Complessivamente, la sopravvivenza risulta in Italia essere pari all’87% a 5 anni dalla diagnosi e all’80% a 10 anni.
Inoltre la mortalità è in diminuzione continua ( -0.8% per anno ).
Tuttavia, malgrado gli avanzamenti della ricerca, il tumore mammario è, tra le patologie oncologiche, la prima causa di morte, rappresentando il 17% delle morti femminili dovute al cancro, con oltre 12.000 decessi ogni anno.
Ribociclib è stato valutato nel corso di uno studio globale di fase III, MONALEESA-7, focalizzato esclusivamente sulle donne in pre-menopausa con carcinoma mammario localmente avanzato HR+/HER2-.
I risultati hanno dimostrato che Ribociclib, in associazione a un inibitore dell’aromatasi o a Tamoxifene e Goserelin come terapia endocrina iniziale, prolunga in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione, rispetto alla sola terapia endocrina e Goserelin ( PFS mediana di 23.8 mesi versus13.0 mesi con Tamoxifene o un inibitore dell’aromatasi più Goserelin ). ( xagena Medicina )
Fonte: Novartis, 2018
Xagena_Salute_2018
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