Tumore alla mammella, ovaio e corpo dell’utero, e atrofia vaginale: triplicato lo spessore del collagene mediante terapia laser
Spessore del collagene triplicato grazie all’utilizzo del laser, con risultati soddisfacenti anche dopo un anno e mezzo, documentati dalle biopsie.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Cancer Therapy, e presentati al Meeting dell'ASCO ( American Society of Clinical Oncology ).
Il lavoro scientifico, promosso all’Ospedale Cannizzaro di Catania, ha offerto per la prima volta una soluzione efficace al problema dell’atrofia vaginale nelle donne affette da tumore.
Nel 2016, in Italia sono stati diagnosticati 50.200 nuovi casi di tumore alla mammella, 8.200 casi di tumore del corpo dell’utero e 5.200 casi di tumore dell’ovaio.
Disturbi come atrofia vaginale, incontinenza, difficoltà o impossibilità di avere rapporti sessuali sono conseguenze frequenti nel trattamento dei tumori femminili con ormonoterapia, chemioterapia e radioterapia.
Per queste forme tumorali si tende a parlare di cronicizzazione, pertanto uno degli obiettivi è quello di migliorare la qualità di vita delle pazienti.
Si stanno moltiplicando i lavori su aspetti come ripristino della sessualità, preservazione della fertilità, lotta alla astenia.
Il 70% delle donne con tumore alla mammella va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia. E il problema interessa tutte le pazienti operate per carcinoma dell’ovaio proprio a causa della rimozione dell’organo.
Un disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita: i rapporti sessuali diventano impossibili e le difficoltà nella minzione spesso compromettono le relazioni sociali.
Anche la chemioterapia e la radioterapia possono determinare queste condizioni.
Lo studio ha coinvolto 33 pazienti oncologiche, sottoposte a trattamento laser CO2 per stimolare il collagene.
E' stato osservato che il collagene riacquista la capacità di produrre muco, la vagina torna all’elasticità originaria e ad essere lubrificata come prima della malattia.
Si è utilizzato un tipo particolare di sonda più piccola rispetto a quella usata per le ecografie endovaginali. Le donne sono state sottoposte a tre sedute, una al mese, di circa dieci minuti.
Questi risultati sono rilevanti. Fino ad oggi, le uniche terapie disponibili erano rappresentate dai trattamenti ormonali, non utilizzabili dalle donne che hanno avuto diagnosi di tumore per l’alto rischio di favorire la ricomparsa della malattia e da gel lubrificanti che però hanno una efficacia solo a breve termine. ( Xagena Medicina )
Fonte: Fondazione Insieme Contro il Cancro, 2017
Xagena_Salute_2017
Per approfondimenti: OncoGinecologia.net http://www.oncoginecologia.net/