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Tumore neuroendocrino del pancreas: l'antidiabetico Metformina riduce significativamente il rischio di progressione tumorale



Uno studio, coordinato dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ( Sara Pusceddu ) e pubblicato sulla rivista Gastroenterology, ha mostrato che il farmaco per il diabete Metformina riduce in modo significativo il rischio di progressione tumorale nei pazienti colpiti da tumore neuroendocrino del pancreas ( pNET ).

E' stato osservato nelle persone diabetiche che assumono Everolimus e/o un analogo della Somatostatina per il trattamento di un pNET una sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) più prolungata rispetto ai pazienti con pNet non-diabetici, se trattati con Metformina per il controllo del diabete mellito di tipo 2.

E’ nota la correlazione tra diabete mellito di tipo 2, iperglicemia e aumentato rischio di sviluppo dei tumori.
Diverse evidenze scientifiche hanno indicato che l’assunzione di Metformina, un farmaco ipoglicemizzante orale, è associata a una diminuzione del rischio di ammalarsi di tumore e abbia una potenziale capacità antiproliferativa nel controllo della crescita tumorale.
Capacità che si esplicherebbe attraverso un duplice effetto: il primo è metabolico indiretto, grazie alla riduzione dei livelli di glucosio, insulina e fattore di crescita insulino-simile ( IgF-1 ) nel plasma; il secondo si manifesta attraverso l’azione diretta della molecola su importanti vie intracellulari come quella detta di mTOR, la cui disregolazione è implicata primariamente nei processi di cancerogenesi dei tumori neuroendocrini del pancreas.

E' stato consultato il database di 24 Centri italiani e coinvolto nella valutazione di 445 pazienti affetti da pNET, trattati con Everolimus e/o analoghi della Somatostatina dal 1999 al 2015.
Di questi, 236 ( 53.3% ) erano diabetici e 209 normoglicemici.
Il 25.2% dei pazienti diabetici aveva ricevuto un trattamento con Metformina, il 20.4% Insulina e il 7.7% un counseling dietetico.

La sopravvivenza mediana senza progressione è stata pari a 23.4 mesi, più prolungata nei diabetici ( 32 mesi ) che nei non-diabetici ( 15.1 mesi ).
A una analisi per sottogruppi, è stata osservata una sopravvivenza libera da progressione significativamente superiore nei diabetici che ricevevano Metformina ( 44.2 mesi ) rispetto ai pazienti trattati con Insulina o dieta ( 20.8 mesi ). Questi ultimi hanno presentato una prognosi più simile ai pazienti non-diabetici, con una differenza nella sopravvivenza libera da progressione non statisticamente significativa.

Sebbene questo studio sia limitato dal disegno retrospettivo dell’analisi, i risultati ottenuti su questa ampia casistica suggeriscono come l’aggiunta di Metformina a un trattamento con Everolimus e/o analoghi della Somatostatina nei pazienti diabetici affetti da tumori neuroendocrini del pancreas possa fornire un beneficio clinico.

Fonte: Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, 2018

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