Melanoma cutaneo: un algoritmo è in grado di calcolare l’aggressività di una cellula tumorale e quindi il suo potenziale metastatico
Uno studio, pubblicato sul Journal of Experimental and Clinical Cancer Research ( JECCR ), ha dimostrato per la prima volta l’utilità di misurare l’aggressività delle cellule tumorali con metodi funzionali, calcolando cioè quanto funzionano alcuni specifici meccanismi cellulari, piuttosto che semplicemente misurare la presenza o assenza di determinati biomarcatori.
E' emersa l’importanza di alcune vie metaboliche coinvolte nel determinare l’aggressività del melanoma, il più pericoloso dei tumori cutanei, spesso letale se diagnosticato tardi e la cui incidenza nella popolazione è in aumento per motivi ambientali e di stili di vita.
Gli esperimenti sono stati eseguiti su modelli cellulari e i meccanismi molecolari coinvolti sono stati verificati sui dati di pazienti disponibili pubblicamente in rete.
E’ stato assegnato un punteggio di aggressività, denominato MAGS ( Melanoma AGgressiveness Score ), calcolato misurando la proliferazione, la migrazione, l’invasione e il tempo di raddoppiamento di 10 linee cellulari di melanoma umano che sono state così raggruppate in due gruppi distinti con diversa aggressività, secondo il corrispondente MAGS.
Due linee cellulari sono state selezionate come modelli rappresentativi rispettivamente di maggiore o di minore aggressività. Questi due modelli sono stati quindi estensivamente analizzati con diverse metodiche omiche e analisi bioinformatiche da cui è emerso che la secrezione di molecole di segnale, l’espressione di proteine e la funzione di alcuni enzimi sono significativamente differenti nelle due linee cellulari.
Il ruolo chiave di uno dei fattori importanti, il TNF ( fattore di necrosi tumorale ), è stato confermato da una validazione funzionale. Infatti, inibendo il TNF con un anticorpo specifico, l’aggressività delle cellule del melanoma è stata fortemente ridotta.
Lo studio ha dimostrato che un approccio funzionale come il calcolo del MAGS sviluppato per misurare l’aggressività di cellule tumorali, come ad esempio quelle isolate direttamente da pazienti, può aiutare nella classificazione prognostica e nella identificazione di nuovi bersagli molecolari con potenziale rilevanza terapeutica.
Lo studio è stato condotto dal Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità ( ISS ) in collaborazione con l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata ( IDI-IRCCS ) e le università di Salerno e di Verona. ( Xagena Medicina )
Fonte: Istituto Superiore di Sanità, 2019
Xagena_Salute_2019
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