ASCO: Ibrutinib in aggiunta alla chemioimmunoterapia standard, come prima linea, rallenta il linfoma mantellare negli anziani
Per i pazienti più anziani con linfoma mantellare non-trattato, l'aggiunta di Ibrutinib ( Imbruvica ) alla chemioimmunoterapia standard prolunga significativamente la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ).
I ricercatori hanno assegnato in modo casuale i pazienti con linfoma mantellare non-trattato di età pari o superiore a 65 anni a ricevere Ibrutinib oppure placebo ( rispettivamente 261 e 262 pazienti ), più 6 cicli di Bendamustina e Rituximab.
I pazienti con una risposta obiettiva ( ORR ) hanno ricevuto una terapia di mantenimento con Rituximab.
E' stato scoperto che la sopravvivenza mediana libera da progressione era di 80.6 e di 52.9 mesi rispettivamente nei gruppi Ibrutinib e placebo, a un follow-up mediano di 84.7 mesi ( hazard ratio [ HR ] per la progressione della malattia o la morte, 0.75 ).
La percentuale di pazienti con una risposta completa ( CR ) è stata rispettivamente del 65.5% e del 57.6% nei gruppi Ibrutinib e placebo.
I gruppi avevano una sopravvivenza globale ( OS ) simile.
L'incidenza di eventi avversi di grado 3 o 4 è stata rispettivamente dell'81.5 e del 77.3% nei gruppi Ibrutinib e placebo.
Lo studio di fase 3 SHINE ha dimostrato che Ibrutinib in combinazione con Bendamustina più Rituximab e terapia di mantenimento con Rituximab è un trattamento di prima linea efficace nei pazienti con linfoma mantellare di età pari o superiore a 65 anni, e considerati candidati non-idonei per il trapianto autologo di cellule staminali. ( Xagena )
Fonte: The New England Journal of Medicine, 2022
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