Il farmaco antidiabetico Avandia aumenta il rischio di danno epatico
Public Citizen, un’associazione a difesa dei cittadini statunitensi, ha mostrato che il farmaco per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, Avandia ( Rosiglitazone ), è associato a mortalità per insufficienza epatica, chiedendo all’Autorità statunitense, FDA ( Food and Drug Administration ), il ritiro dal commercio del medicinale.
Public Citizen ha identificato 11 casi, revisionando le segnalazioni giunte al sistema AERS ( Adverse Event Reporting System ) tra il 1997 e il 2006.
Poiché esiste una bassa propensione a segnalare le reazioni avverse, gli 11 casi trovati probabilmente rappresentano una piccola frazione di pazienti che sviluppano insufficienza epatica a causa del farmaco.
Public Citizen stima che ci sia 1 caso di insufficienza epatica ogni 44.000 pazienti che assumono Avandia.
Nell’ottobre 2008, un Working Group, promosso da Public Citizen e con la presenza di rappresentanti dell’American Diabetes Association ( ADA ) e dell’European Association for the Study of Diabetes ( EASD ), ha espresso un parere negativo sul farmaco.
Public Citizen ha invitato i pazienti con diabete a far uso di Avandia a causa dell’aumentato rischio di tossicità epatica, scompenso cardiaco, infarto miocardico, fratture, anemia e perdita della visione a causa di edema maculare.
Secondo Public Citizen, le segnalazioni di edema maculare sono 39 volte più elevate per Avandia, rispetto a un farmaco antidiabetico come Glipizide.
Gli effetti indesiderati cardiovascolari di Avandia sono argomento di discussione fin dal maggio 2007, quando una meta-analisi di Ricercatori della Cleveland Clinic negli Stati Uniti, ha mostrato che i pazienti che assumono Rosiglitazone presentano un rischio più alto del 43% di andare incontro a infarto miocardico.
Nel novembre 2007, l’FDA ha aggiunto al Boxed Warning l’informazione riguardante l’associazione tra ischemia cardiaca e Avandia.
Fonte: Pharmacoepidemiology and Drug Safety, 2009
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